Saskia Stucki vuole affermare i diritti degli animali

Saskia Stucki
© Daniel Rihs / FNS

Saskia Stucki, ricercatrice e docente universitaria senior presso la ZHAW e ora vincitrice del Premio scientifico svizzero Latsis 2025, getta le basi teoriche per il riconoscimento dei diritti degli animali.

«Mi occupo di varie questioni, mi chiedo ad esempio: che cosa sono i diritti? Che cosa qualifica qualcuno o qualcosa come titolare di diritti? E gli animali hanno o dovrebbero avere dei diritti?». Gli studi condotti da Saskia Stucki hanno contribuito a sviluppare la disciplina accademica che si dedica ai diritti degli animali, mettendola in relazione con i diritti umani, le leggi sul clima e sull’ambiente. Per il suo lavoro innovativo le è stato conferito il Premio scientifico svizzero Latsis 2025. È rimasta molto sorpresa della notizia: «Quando mi hanno telefonato, ho pensato si trattasse di uno scherzo», ricorda. «Questo premio è il sigillo ufficiale di approvazione al mio lavoro e alla legittimità del giovane campo accademico in cui opero».

Sebbene l’idea dei diritti degli animali risalga al XIX secolo, è soltanto da due decenni che l’argomento è affrontato da un punto di vista propriamente accademico. Saskia Stucki è studiosa di diritto, docente universitaria e ricercatrice presso l’Università di Scienze Applicate di Zurigo (ZHAW) e l’Università di Zurigo. Il suo lavoro «è un’indagine filosofica e giuridico-teorica su concetti fondamentali, quali la soggettività giuridica, la personalità giuridica e i diritti», spiega. Combinando ragionamenti filosofici, analisi interdisciplinari e metodi comparativi, la ricercatrice rivela le lacune normative presenti nei sistemi giuridici esistenti, formulando al contempo nuove teorie. Inoltre, affronta questioni pratiche, chiedendosi «come potrebbe cambiare la legge in futuro per includere i diritti degli animali». Nei suoi studi, la ricerca individuale si abbina alla collaborazione accademica.

Analogie con la legge che disciplina la guerra

Il dottorato di ricerca di Stucki ha portato alla pubblicazione di un libro sui diritti fondamentali degli animali che ha vinto numerosi premi e ha beneficiato del sostegno del FNS. Dopo aver conseguito il dottorato, la ricercatrice ha continuato il suo lavoro di ricerca con il progetto ““Trilogy on a Legal Theory of Animal Rights” (Trilogia sulla teoria giuridica dei diritti degli animali), anch’esso sostenuto dal FNS. In un articolo pubblicato su una rivista specializzata, l’esperta ha affrontato la questione se gli animali abbiano, possano avere o debbano avere diritti giuridici. «Detto semplicemente: visto che sia gli esseri umani sia gli animali hanno corpi senzienti che possono provare dolore e venire uccisi, allora gli animali potrebbero avere diritti analoghi a quelli umani», afferma.

In quello stesso articolo, Stucki ha introdotto le nuove categorie di diritti semplici e fondamentali per gli animali. I diritti semplici, derivati dalle attuali leggi sul benessere degli animali, «tutelano interessi secondari, come l’interesse ad essere uccisi in modo indolore». Nell’attuale quadro giuridico antropocentrico, «gli animali non hanno diritti e possono essere facilmente sfruttati in nome degli interessi umani, compresi quelli gastronomici», osserva Stucki. Al contrario, i diritti fondamentali degli animali «sono diritti forti, analoghi ai diritti umani, come il diritto alla vita, il diritto alla libertà, il diritto a non essere torturati o tenuti in cattività».

Saskia Stucki non è una studiosa che teme di affrontare dibattiti spinosi. In un importante articolo del 2023 che ha suscitato grande interesse, la ricercatrice ha tracciato un’analogia originale ed elegante tra la legislazione sul benessere degli animali e quella che disciplina la guerra, ovvero il diritto internazionale umanitario. «Pur essendo due ambiti giuridici distinti, entrambi regolamentano istituzioni intrinsecamente violente, la guerra e lo sfruttamento degli animali, e lo fanno secondo il principio fondamentale della sofferenza inutile», spiega. Utilizzando questa prospettiva e tenendo conto di come i diritti umani abbiano contribuito a umanizzare il diritto bellico, Stucki conclude affermando che anche i diritti degli animali potrebbero influenzare positivamente la legislazione sul benessere degli animali. «Sulla base di questa analogia, i diritti e il benessere degli animali possono essere ridefiniti come approcci giuridici complementari e non reciprocamente esclusivi».

Sul mercato, il prezzo della carne andrebbe raddoppiato

Recentemente, il lavoro di Saskia Stucki si è esteso agli ambiti del diritto ambientale e sanitario. Ispirandosi al concetto olistico di One Health, ha sviluppato l’approccio One Rights in un libro di recente pubblicazione. «In questo ambito cerco di integrare i diritti umani e i diritti degli animali in un approccio normativo olistico», afferma.

Nell’ambito dell’approccio One Health, la giurista sta attualmente conducendo una ricerca sulla governance alimentare e sulla produzione della carne come caso pratico paradigmatico. «Il sistema alimentare è un ottimo esempio di come la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente siano interconnesse, perché è un sistema estremamente malsano e insostenibile che causa sofferenze incommensurabili agli animali», afferma Stucki, che è vegana da vent’anni. Ci sono molteplici misure a disposizione dei governi per trasformare il sistema alimentare. La Svizzera, ad esempio, dovrebbe per lo meno raddoppiare i prezzi di mercato della carne «per internalizzare tutti i costi, che includono le sovvenzioni, la salute umana, il benessere degli animali e gli impatti sull’ambiente».

Mentre la ricerca di Saskia Stucki si evolveva negli anni, anche la legislazione mondiale subiva dei cambiamenti, e oggi alcuni tribunali emettono sentenze che riconoscono gli animali come titolari di diritti. «Quando ho iniziato il mio percorso di ricerca, 15 anni fa, ritenevo l’idea dei diritti legali degli animali una pura utopia. Sono quindi rimasta davvero sorpresa quando, nell’ultimo decennio, questi diritti hanno iniziato a essere riconosciuti, non in Svizzera o in Europa, ma in Sud America e in Asia». Per esempio, nel 2011 e nel 2015, dei tribunali in India hanno sentenziato che gli uccelli hanno il diritto di volare liberamente e di non essere rinchiusi in gabbie. E in Ecuador, i diritti della natura sono addirittura riconosciuti nella Costituzione.

La teoria dei diritti degli animali è ancora poco studiata

Questi nuovi sviluppi in ambito giuridico hanno condotto Saskia Stucki a modificare l’approccio alla ricerca sulla teoria dei diritti degli animali, passando dal metodo deduttivo a quello induttivo. «Sto attualmente analizzando pratiche giuridiche reali e le diverse motivazioni per il riconoscimento dei diritti degli animali. Sulla base di tali pratiche, teorizzo i diritti reali degli animali, trattandoli come fenomeno nuovo». Stucki invita altri ricercatori a riconsiderare l’uso del ragionamento deduttivo nella teoria sui diritti degli animali, come ha fatto lei, «poiché tale metodo potrebbe essere scollegato dalla pratica attuale dei diritti degli animali che vediamo sul campo». Ma come fa a rimanere con i piedi per terra, pur portando avanti la propria passione per la ricerca? «Anche in un modo molto pratico», dice ridendo, «condividendo la mia casa con un cane trovatello molto peloso».

Saskia Stucki intende continuare a concentrarsi su approcci olistici alla teoria sui diritti degli animali e lo farà presso il nuovo Centro per i diritti degli animali e l’ambiente (CARE), che sta attualmente costituendo presso la ZHAW. Nella nuova sede formerà il proprio gruppo di ricerca e continuerà ad ampliare gli studi in diversi ambiti, perché «la teoria sui diritti degli animali è talmente poco studiata che ci sono ancora molte nicchie e tanto spazio libero da colmare con ricerche originali e innovative».

Animata da un forte senso di giustizia

Saskia Stucki è cresciuta nella Svizzera centrale. Animata da un forte senso di giustizia, la ricercatrice ha iniziato gli studi di giurisprudenza presso l’Università di Basilea, ma è stato solo durante il Master che ha capito come poter unire la sua passione per gli animali con quella per il diritto. Stucki ha conseguito il dottorato all’Università di Basilea nel 2015, con una tesi sui diritti fondamentali degli animali. Dal 2012 al 2016, ha coordinato il programma di dottorato «Il diritto e gli animali».

In seguito, Saskia Stucki ha ottenuto borse di studio presso l’Istituto Max Planck di diritto pubblico comparato e diritto internazionale a Heidelberg e, con il sostegno del FNS, presso la Harvard Law School. Da ottobre 2024 è docente universitaria senior e ricercatrice in diritto pubblico presso la ZHAW e postdoc presso l’Università di Zurigo. Da luglio 2025 è direttrice del Centro per i diritti degli animali e l’ambiente (CARE) alla ZHAW.

Premio scientifico svizzero Latsis

Dal 1984, il Premio scientifico svizzero Latsis viene assegnato annualmente dal FNS per conto della Fondazione internazionale Latsis, un’istituzione non profit fondata nel 1975 e con sede a Ginevra. Il premio viene conferito a una ricercatrice o a un ricercatore che abbia un’esperienza accademica di al massimo dieci anni e che lavori in Svizzera. Il Premio scientifico svizzero Latsis, del valore di 100 000 franchi svizzeri, è uno dei più prestigiosi riconoscimenti scientifici del Paese.

La cerimonia di premiazione si terrà a Berna giovedì 6 novembre 2025 alle ore 18:00 all’interno di Palazzo Federale (in concomitanza con quella per l’assegnazione del Premio Marcel Benoist). I rappresentanti dei media sono pregati di registrarsi via e-mail a media@prixscientifiques.chExternal Link Icon.