FNS e partner ERI dicono «no» ai tagli previsti pari a oltre 460 milioni di franchi l’anno

FNS e partner ERI
© Susanne Goldschmid

Il FNS e i partner ERI lanciano un appello al Consiglio federale, esortandolo a rinunciare ai tagli previsti per i prossimi anni: le misure di sgravio avrebbero incisive ripercussioni per l’economia svizzera e l’intera società.

Il 29 gennaio 2025, il Consiglio federale ha indetto la consultazione sulle misure di sgravio applicabili dal 2027. Il pacchetto prevede di introdurre misure di risparmio anche nel settore dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione (ERI) per un ammontare di oltre 460 milioni di franchi l’anno (2027 e 2028). I tagli previsti concernono la formazione professionale, tutte le scuole universitarie, così come le istituzioni che promuovono la ricerca e l’innovazione.

Riunite in conferenza stampa, le istituzioni ERI – il FNS, l’associazione swissuniversities, il Consiglio dei PF, Innosuisse e le Accademie svizzere delle scienze – si sono dichiarate contrarie ai tagli proposti. Gli attori coinvolti hanno messo in evidenza il contributo fondamentale che il settore ERI apporta al benessere e alla sicurezza della Svizzera, puntualizzando come la correzione finanziaria si ripercuoterebbe in modo grave sull’economia e sull’intera società.

Attualmente il contesto geopolitico è difficile. La forza innovativa dell’Europa si sta affievolendo, e ciò si rende percettibile anche in Svizzera. La competitività elvetica risiede soprattutto nell’intelligenza artificiale, nella tecnologia quantistica e nella digitalizzazione. Il Paese, tuttavia, è chiamato ad affrontare anche altre sfide, come i cambiamenti climatici, l’approvvigionamento energetico e gli sviluppi demografici. Per questo motivo, la Svizzera deve diventare più innovativa, il che presuppone sufficienti investimenti nel settore ERI, in particolare nella ricerca.

FNS: tagli di 400 milioni di franchi

Negli anni 2027 e 2028, il Consiglio federale prevede di ridurre di circa il 10 per cento i contributi a favore del FNS. Presumibilmente tali misure entreranno in vigore già a partire dal 2026. Diversamente da quanto accade per altre misure di risparmio, nel caso della riduzione del budget previsto per il FNS non è richiesta alcuna modifica legislativa.

Una diminuzione delle sovvenzioni, per un totale di 400 milioni di franchi sul periodo 2026–2028, segnerebbe per la ricerca svizzera una cesura storica.

Minacciata la forza innovativa superiore alla media

Il FNS promuove soprattutto la ricerca di base che, fornendo i fondamenti per le innovazioni e i progressi tecnologici, riveste un ruolo decisivo per l’economia. Le sovvenzioni che il FNS riceve dalla Confederazione sono destinate alle migliori ricercatrici e ai migliori ricercatori di tutto il Paese. Grazie a una procedura di selezione basata su principi equi, il FNS apporta un contributo sostanziale all’elevata qualità della ricerca svizzera.

Già oggi, il FNS si vede tuttavia costretto a respingere numerose idee innovative, perché mancano i mezzi finanziari che sarebbero necessari per poterle sostenere. Con la riduzione proposta, il FNS dovrebbe respingere altri 700 eccellenti progetti di ricerca, i cui risultati sarebbero utili all’economia, alla società e all’amministrazione.

La forza innovativa dell’economia svizzera, ora superiore alla media e riconosciuta in tutto il mondo, rischia di essere messa a repentaglio. I tagli comporterebbero inoltre una diminuzione di startup e posti di lavoro. Le minori entrate fiscali che ne risulterebbero potrebbero dunque, a medio termine, esacerbare ulteriormente le sfide che si profilano sul fronte delle finanze federali.  

Meno specialisti altamente qualificati

Qualora il FNS si vedesse costretto a respingere ancora di più i progetti di ricerca sottomessi, i primi a doverne pagare le conseguenze sarebbero le ricercatrici e i ricercatori di talento. Di fatto, se le sovvenzioni federali diminuissero, il FNS non potrebbe più finanziare circa 2000 posti di lavoro destinati alle giovani leve, in seno alle scuole universitarie e ad altre istituzioni di diversi Cantoni. Il FNS rischierebbe così di non potere più apportare lo stesso contributo alla formazione di specialisti altamente qualificati, profili di cui la Svizzera ha però urgentemente bisogno. Per la prima volta nella storia, il FNS dovrebbe inoltre prendere in considerazione l’eventualità di ridurre i mezzi finanziari promessi a progetti di ricerca già avviati e di sospendere, sull’arco di più anni, formati di promozione di appurato successo.